
Anna Wintour sdogana la tuta. Non è più un segno di sciatteria

Si rivolterà nella tomba il compianto Karl Lagerfeld, tra le cui frasi famose c’era anche questa: «I pantaloni della tuta sono un segno di sconfitta.
Avete perso il controllo della vostra vita se uscite così».
Ma ormai la tuta, e non solo i pantaloni, sono una divisa quotidiana in tempi di quarantena domestica, sdoganata pure da Anna Wintour, massimo direttore di Vogue America, che ha sfoggiato tranquillamente la sua tuta su Instagram per promuovere quattro giorni di Global Conversation online su quale futuro del fashion: un comodo pantalone rosso e bianco e un maglione, stile Freddy Krueger.
Insomma, il look è opinabile, però significativo di una tendenza che, volenti o nolenti, ci sta contagiando tutti.
Il leisure wear è il nuovo robe noir, passe-partout per giornate in casa che, quando va bene, si dividono tra riunioni su Zoom e allenamenti via app?
Di sicuro le vendite premiano questo tipo di abbigliamento.
In America, secondo quanto riportato dal magazine Wwd, la popolarità dei pantaloni della tuta è al top, si acquistano a un ritmo che ne fa la tendenza del momento. Insomma, già che dobbiamo stare reclusi almeno farlo in comodità.
Dati alla mano, le vendite di tute e capi comodi sono letteralmente schizzate. Lo afferma il sito Net-à-Porter, che ha registrato un incremento del 40% nelle vendite online di pantaloni della tuta.
Non solo: anche Amazon ha confermato che le vendite di tuta, magliette bianche, calzini e pigiami hanno subito un’impennata.
I brand, quindi, non possono fare altro che registrare questa tendenza e andarle incontro.
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