Mary Jane: il ritorno della scarpa più evergreen

Nate all’inizio del Novecento, le Mary Jane devono il loro nome a un personaggio di fumetti: la sorellina di Buster Brown, creato nel 1902 da Richard Felton Outcault. Scarpe basse, con cinturino che attraversa il collo del piede, diventano presto sinonimo di infanzia borghese, ordine e dolcezza.
Negli anni ’20 conquistano le donne, negli anni ’60 diventano ribelli con minigonna e collant colorati, e negli anni ’90 tornano come simbolo pop e preppy. Oggi, nel 2025, le Mary Jane riaffiorano dalle passerelle per diventare la scarpa must-have della stagione.

Se un tempo evocavano l’immagine ingenua della collegiale, oggi le Mary Jane parlano un linguaggio diverso. I designer le hanno liberate dal cliché infantile per trasformarle in accessorio versatile:
- Dior le propone in vernice lucida con punta affusolata, da indossare con abiti sartoriali.
- Coccinelle reinterpreta il modello con cinturini doppi e squadrati, rigorosamente in pelle.
- Valentino Garavani aggiunge un tacco geometrico da 55 mm, rendendole perfette anche per il lavoro.
- Maison Margiela le spinge al limite concettuale, con la versione Tabi che fonde tradizione e avanguardia.
Dalla ballerina piatta alla pump sofisticata, le Mary Jane cambiano pelle, ma non perdono il loro DNA: il cinturino che abbraccia il collo del piede resta la firma inconfondibile.
Come indossarle oggi
Le Mary Jane non hanno età né limiti di stile. Il segreto è nel contesto:
- Con un paio di jeans dritti e una camicia bianca, diventano casual senza perdere eleganza.
- Abbinate a minigonna e calzini bianchi, evocano lo spirito ribelle degli anni ’60, da Twiggy a Jean Shrimpton.
- Portate con tailleur maschile oversize, creano un cortocircuito estetico tra rigore e delicatezza.
- Con un abito midi in seta, restituiscono la grazia rétro delle dive hollywoodiane.
L’elemento da non sottovalutare è il calzino: micro-rete, cotone sportivo o lana tricotata, può trasformare la Mary Jane da romantica a ironica in un attimo.

“Date a una ragazza le scarpe giuste e conquisterà il mondo”, disse Marilyn Monroe.
Perché ci piacciono ancora
Forse perché sono scarpe democratiche: basse o con tacco medio, non intimidiscono e si lasciano indossare con naturalezza. Forse perché hanno un fascino vintage che non passa mai di moda. O forse perché, in un’epoca di sneakers e stivali chunky, la Mary Jane rappresenta l’alternativa delicata, quasi ribelle nella sua semplicità.
È una scarpa che racconta storie: di infanzia, di ribellione, di cinema e passerelle. E ogni volta che ritorna, lo fa reinventandosi senza tradire sé stessa.
Le Mary Jane oggi sono una dichiarazione di stile. Non servono più solo a completare un outfit, ma a raccontare una scelta di personalità. Eleganti senza essere pretenziose, femminili senza cadere nello stereotipo, capaci di parlare tanto al pubblico della Gen Z quanto a chi ha vissuto la loro gloria negli anni ’90.
In fondo, il loro segreto è semplice: mettono d’accordo generazioni diverse, resistendo al tempo come poche altre calzature.
E forse è proprio questo il motivo per cui, dopo oltre un secolo, la Mary Jane continua a camminare accanto a noi.


TIPS
Ibrido tra Adidas e Mary Jane, o Samba Jane. Una tendenza piuttosto popolare al momento è mescolare lo sport con questo tipo di classico, e Adidas, a mio parere, ha fatto il lavoro più carino. Sicuramente si può dare un like per comodità e praticità, e si possono anche stilizzare facilmente: con denim o pantaloni classici, staranno benissimo con un bomber e persino con un vestito in stile Cecilie Bahnsen.

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