guanti storia

L’accessorio più chic di stagione: i guanti

I guanti di pelle, di cashmere, con le piume o le frange, sono il tocco di classe, di grazie ed eleganza.

Non sono mai stati così cool.

Quest’anno, come abbiamo visto sulle passerelle, come quella di Moschino, i guanti per essere trendy devono essere lunghi verso il gomito.

Si indossano con abiti a manica corta o smanicati, dando forma a uno styling dal cuore vintage.

Annakiki e Alberta Ferretti propongono guanti dai colori vitaminici, come il viola e l’arancio, Vivetta propone guanti dalle tonalità soft e MSGM osa con il rosso lucido.

I guanti non devono essere pensati solo come accessorio per la salute, per ripararsi dal gran freddo, ma servono, sopratutto, come accessori che vadano a completare un outfit ricercato e “super stiloso”.

Un grande classico, senza tempo, sono i guanti di Gucci, facilmente riconoscibili tra mille modelli simili, ma mai uguali.

Per le più freddolose ci sono i guanti UGG, Burberry propone guanti con motivo tartan, ci sono quelli monogram color marrone effetto trapuntato.

I guanti Valentino sono rosso fuoco, guanti audaci e provocanti.

Per chi non vuole osare troppo, in moltissimi mercatini possiamo scegliere gli intramontabili guanti in pelle, ma in versione lunga.

Ma diciamolo pure, i guanti lunghi hanno il potere di farci sentire un pò una diva degli anni ’50, come Audrey Hepburn in “Colazione da Tiffany”, o Marilyn Monroe in “Gli uomini preferiscono le bionde”, esempi che hanno portato questo accessorio sotto le luci della ribalta.

Oggi, però, non sono solo pensati per la sera, ma sopratutto per il giorno, magari sotto le giacche o i cappotti per un look casual chic.

I guanti di raso o velluto, ovviamente, devono essere indossati per un aperitivo serale, così come i guanti e i manicotti di pelliccia per una vacanza bianca.

Belli, femminili, eleganti e seducenti, sono i guanti l’accessorio ricco di potenziale per arricchire l’outfit, consacrati dalle passerelle Autunno/Inverno 2021/22 l’accessorio più fashion.

di Virginia D’Amico