Halston: la luce e l'ombra dello stilismo negli anni '70 e '80 raccontate in una miniserie Netflix
Halston una miniserie Netflix racconta la vita del celebre stilista
Ewan McGregor affronta un ruolo complesso nello scoprire e interpretare la vita di Roy Halston Frowick, il noto sarto americano, nella miniserie Netflix "Halston". Un prodotto nato da una creazione di Ryan Murphy, racconta in modo vivido e impressionante la vita dello stilista deceduto nel 1990, alla tenerà età di 57 anni a causa delle complicanze dell'AIDS.
La trama orbita attorno al percorso del leggendario stilista e dell’omonimo marchio, riconosciuto come il simbolo di un impero della moda e sinonimo di lusso, sesso, prestigio e fama nella New York degli anni ’70 e ’80.
La sua era una vita complicata, saturata di momenti di estrema notorietà e lussi senza fine, fino al punto di un’acquisizione rabbiosa che costringe Halston ad affrontare un dilemma cruciale: la lotta per il suo bene più prezioso, il suo stesso nome.
Da modista di cappelli a couturier: l’ascesa di Halston
Ewan McGregor, nativo della Scozia degli anni '70, si è immerso in un mondo completamente diverso nelle vesti di Halston. Un mondo in cui, a 3200 miglia di distanza sulla 63esima Strada Est a Manhattan, Halston viveva tra patate al forno e caviale beluga, vodka Stolichnaya ghiacciata, accompagnanti occasionali e cumuli di cocaina ammucchiati nei posacenere d’argento della sua musa: la designer Elsa Peretti, innamorata di lui senza troppo successo.
Halston, originario dell’Indiana, si era trasferito a Manhattan come un modesto modista di cappelli. Di lì a poco sarebbe diventato il couturier più celebre d’America. Sempre impeccabilmente pettinato, il volto spalmato di bronzer Guerlain, indossava grandi occhiali da sole, spesso un dolcevita nero e parlava con un affettato accento Upper East Side.
Tra glamour e decadenza: Il mondo di Halston nei fasti dello Studio 54
La serie di Netflix tratteggia brillantemente il complicato quadro di un’epoca selvaggia e tragica per New York. Viene messa in evidenza la follia dello Studio 54, un luogo famoso per i suoi esagerati e a volte letali eccessi, e l’eterogenea folla di avventori che popolavano il suo seminterrato.
Interessante è la disamina della battaglia che da sempre infuria tra gli interessi economici e quelli creativi nel settore in cui l’arte incontra il commercio. Secondo il regista Ryan Murphy, l’idea che il business uccida la creatività è un prevalente cliché.
Tuttavia, la storia di Halston è un esempio emblematico di come il luminoso mondo della moda possa trasformarsi in un incubo quando le pressioni commerciali diventano troppo grandi e ingombranti.
Il declino dell'impero Halston
Il lato oscuro di questa serie non risiede tanto nei numerosi eccessi dello stilista, bensì nel modo in cui il suo talento è stato soffocato e distrutto da considerazioni commerciali e accattivanti promesse di espansione illimitate. Intrappolato nel lusso e nella sua megalomania, Halston scivola lungo il pendio che lo porta inesorabilmente dallo store più raffinato di New York, Bergdorf Goodman, fino alla grande diffusione dei magazzini J.C. Penny.
Il punto di svolta è rappresentato dalla sua decisione di vendere il suo nome in cambio di una 'gabbia d'oro'. La serie mostra come Halston, accecato dalla tentazione del lusso, venga convinto a mettere il suo nome su ogni tipo di bene, dalle valigie agli occhiali da sole, dalle lenzuola alle parrucche. I suoi prodotti sono onnipresenti e popolano i negozi a gran volume di J.C. Penny.
In bilico tra stile e personalità
Gli anni '70 sono noti per diversi elementi caratterizzanti, tra cui i caftani sfumati in tie-dye e gli abiti drappeggiati e sexy creati da Halston. Ma forse ciò che più risalta di quegli anni è il look audace e distintivo di Liza Minnelli, che sembrava vestire solo creazioni Halston. Le donne americane impazzivano per il suo stile pulito, essenziale e sexy.
Halston, con i suoi milioni di follower e la sua influenza sull'industria della moda, sarebbe stato senza dubbio un influencer se fosse nato oggi.
Nel finale, la serie mette in luce il grande equivoco che è stata la causa della sua decadenza: la convinzione che il marchio e la persona fisica del designer non potessero essere separati.
Così, tra luci e ombre, tra successi e fallimenti, la storia di Halston, narrata brillantemente dalla miniserie Netflix, resta un importante capitolo nella storia della moda, un esempio vivido di come successo e caduta possano essere a volte strettamente collegati.
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