«Non c’è solo il fat shaming in spiaggia. Avete mai provato a essere grasse sulla neve? A cercare pantaloni o giacche da sci in taglie plus size? Tute, piumini, scarponi: i weekend romantici e le vacanze sulla neve hanno un limite di taglia».
«Il 68% delle donne americane porta una taglia superiore a una large, e però nessuno dei principali brand di abbigliamento sportivo produce capi in quelle taglie. Come se l’essere ingrassata avesse cancellato la mia passione per la neve e per l’inverno. Poi però ti biasimano se non fai attività sportiva».
«Invece ogni giorno chiniamo il capo davanti a un’industria che rifiuta di accettare che i corpi sono di tutti i pesi, forme e taglie. E quando parlo d’inclusione mi dicono che dovrei dimagrire, come se dovessi essere io ad adattarmi ai vestiti, e non viceversa. Come se i vestiti non fossero una necessità ma qualcosa che dobbiamo meritarci. Come se evitare i geloni sia una ricompensa per l’essere magri. Non c’è ironia più grande del criticare come si vestono le persone grasse mentre se ne limitano drammaticamente le opzioni».
E conclude: «l'abbigliamento è un diritto umano fondamentale, e qui stiamo letteralmente congelando».
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