Fast Fashion

Vestiaire Collective: Una rivoluzione contro il Fast Fashion

Vestiaire Collective: La decisione di escludere i colossi del Fast Fashion

L’annuncio fatto da Vestiaire Collective un anno fa è oggi una realtà: il portale del second hand ha messo al bando 30 marchi di fast fashion, tra cui nomi noti come Zara, H&M, Gap, Uniqlo, Mango, Urban Outfitters e Abercrombie & Fitch.

Questa decisione è stata accompagnata da una campagna visiva che mostra monumenti occidentali sommersi da rifiuti tessili, una presa di posizione coraggiosa contro il consumismo sfrenato, specialmente nel contesto del Black Friday.

“Think First, Buy Second”: La campagna anti-Black Friday di Vestiaire Collective

La campagna, intitolata “Think First, Buy Second”, include un breve video in realtà aumentata che ritrae Times Square sommersa da abiti abbandonati.

Il CEO di Vestiaire Collective, Maximilian Bittner, invita a partecipare a un “Better Friday” invece del tradizionale “Black Friday“.

La campagna, lanciata con successo, ha ottenuto visibilità su piattaforme come TikTok e Instagram.

L’operazione contro il fast fashion di Vestiaire Collective, fondato nel 2019 e presente in 80 Paesi, è anche un riuscito colpo di marketing: in sole cinque ore, il suo video di Times Square sotto i rifiuti tessili è stato visto quasi 70.000 volte su TikTok e ha totalizzato quasi 25.000 like su Instagram.

I marchi espulsi e il dibattito sul Fast Fashion

La lista di brand espulsi includeva nomi noti come Asos, Boohoo, Dorothy Perkins, Shein e Topshop, suscitando interrogativi sulla sorte dei giganti del fast fashion, alcuni dei quali hanno introdotto collezioni progettate in modo più responsabile.

La proibizione ha incontrato discussioni, ma Vestiaire Collective sostiene che sia un passo necessario per affrontare l’impatto ambientale e sociale della moda.

Criteri di selezione e evoluzione nel tempo

Un anno fa, l’attenzione era focalizzata sui criteri di selezione adottati da Vestiaire Collective per separare il “grano sartoriale” dalla pula del fast fashion.

Originariamente basati su tre criteri, oggi sono diventati cinque: prezzi bassi, tasso di ricambio elevato, ampiezza della gamma di prodotti, velocità di immissione sul mercato e intensità promozionale.

Questi criteri riflettono l’impegno di Vestiaire Collective nei confronti della sostenibilità e della responsabilità.

Vestiaire Collective: Un passo coraggioso nella rivoluzione del mercato della moda

La decisione di Vestiaire Collective di escludere i colossi del fast fashion è stata accolta come un passo coraggioso e necessario per affrontare la crisi climatica e il problema crescente dei rifiuti tessili.

La campagna anti-Black Friday e l’esclusione dei marchi di fast fashion riflettono la missione più ampia dell’azienda: cambiare il modo in cui le persone consumano moda, promuovendo alternative sostenibili e consapevoli.

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