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La #moda italiana denuncia i danni causati dalla #contraffazione

“La contraffazione colpisce le aziende e genera fatturato illegalmente, alimentando un giro malavitoso” e per questo “deve essere affrontata a livello nazionale e europeo”. Così Claudio Marenzi, presidente di Confindustria Moda a margine dell’evento di presentazione a Bruxelles della pubblicazione “Making IT- Fitting the Future” di Deloitte e Scuola Holden che ha raccolto le esperienze di 25 imprenditori per raccontare l’industria della moda made in Italy e le sfide del futuro. Tra queste sicuramente l’acquisizione di grandi marchi italiani da parte di gruppi esteri.

Secondo la pubblicazione presentata oggi nel corso di una conferenza svoltasi al Parlamento Europeo, nel 2018 il fatturato dell’intero settore tessile, moda e accessorio (TMA) ha raggiunto i 95,5 miliardi di euro e registrato un saldo della bilancia commerciale positivo per oltre 28 miliardi. Inoltre, in Europa il comparto moda italiano genera il 34% del valore aggiunto e occupa un quinto dei lavoratori dell’eurozona (22%).

Tra le istanze che Confindustria Moda ha portato all’attenzione della platea internazionale riunitasi per l’occasione, ci sono, oltre alla lotta alla contraffazione, la protezione del made in Italy e della proprietà intellettuale, nonchè la reciprocità. “Importiamo facilmente dalla Cina, mentre l’esportazione verso l’Asia è problematica” ha spiegato Marenzi. Tra le problematiche da affrontare anche i “mass market”, mercati di massa, che sfruttano e copiano modelli identici a quelli fatti in Italia producendoli fuori dall’Europa a prezzi stracciati. “Le piccole imprese artigiane – ha concluso Marenzi – che hanno tempi di produzione più lunghi vengono derubate della propria originalità”.