Salvatore Ferragamo: “una vita a imparare a fare scarpe perfette”
“Adoro i piedi, ho la sensazione che mi parlino, quando li tocco posso avvertirne la forza e la debolezza, la vitalità e i difetti. Un piede in buona salute, con i muscoli saldi e l’arco robusto, è un piacere tenerlo tra le mani, è un capolavoro di fattura sublime”
… queste le parole di Salvatore Ferragamo.
La storia di Ferragamo approda al Festival di Venezia 2020 come esempio e sprone per una rinascita post Covid.
Venezia e Ferragamo due eccellenze italiane, simboli di resilienza e modelli nel mondo del nostro saper fare.
Il regista Luca Guadagnino racconta la storia del calzolaio geniale nel documentario Salvatore – Shoemaker of dreams, presentato fuori concorso alla 77esima Mostra del Cinema di Venezia.
La storia di Salvatore Ferragamo presenta tutti gli ingredienti di una fiaba o di una leggenda popolare.
Il genio che salì ragazzetto, nel 1915, sul piroscafo sbarcando a Ellis Island per poi lanciarsi verso il West, a Santa Barbara, dove incontra il cinema e crea scarpe e calzari per l’American film manufacturing.
Una vita alla ricerca del segreto delle scarpa che calza bene, il confronto con un paese immenso, l’apertura di una piccola bottega di riparazioni e scarpe su misura in California, che diventa in poco tempo famosa, la conquista del mondo del cinema, la settima arte che ha il potere di annullare il tempo e lo spazio, rendere tutto possibile, anche per un giovane calzolaio come lui che si trova in poco tempo a calzare i piedi delle donne più belle del mondo, fate e maghe del ventesimo secolo.
Da apprendista ciabattino a Bonito vicino Napoli, Salvatore Ferragamo si è trovato proprietario dell’Hollywood Boot Shop in California.
Nel film Facciamo l’amore il tacco 11 con cristalli Swarovski rossi indossato da Marilyn Monroe è il prologo del documentario di Guadagnino.
L’attrice è stata la più fedele delle clienti di Ferragamo. Un’altezza vertiginosa ma non scomoda perché Ferragamo ha brevettato un tacco particolare, realizzato per metà in legno e per metà in acciaio, che risultava solido pur essendo sottile.
E Marilyn prediligeva le décolleté che le conferivano quella camminata ancheggiante, così seducente e particolare. Le calzava in ogni occasione, sul set e fuori dal set, quasi fossero un’estensione del suo corpo.
Nel 2015, in occasione dei 100 anni della maison, per celebrare il lieto traguardo si è realizzato qualcosa di unico, un francobollo in edizione limitata.
Nell’immagine compaiono le scarpe più famose prodotte dallo stilista, le décolleté rossi dal tacco alto realizzare per Marilyn Monroe negli anni ’50, chiamate “Viatica 2″.
Accanto alle iconiche calzature, c’è il logo della Salvatore Ferragamo S.p.A., le date del centenario (1915-2015) ed un pendolo in sospensione.
Nel 1927 decise di tornare in Italia, più precisamente a Firenze, fondando così la omonima azienda Salvatore Ferragamo. Stabilì la sede nel Palazzo Spini Feroni sempre nel capoluogo toscano. Superata la Guerra e un periodo di crisi economica, l’azienda vide accrescere la propria fama internazionale anche se, il 7 agosto 1960, avvenne la scomparsa di Salvatore Ferragamo.
La moglie Wanda quindi racconta che, nonostante non avesse la minima esperienza manageriale, decise di mandare avanti lei l’azienda per tutelare le maestranze che lavoravano con loro e proseguire quelli che erano i progetti del defunto marito.
Man mano che crescevano, tutti i figli sono entrati a far parte della azienda di famiglia: Ferruccio è l’attuale presidente, Giovanna Gentile vicepresidente. Leonardo è consigliere, Massimo è presidente della Ferragamo Usa, Fulvia è vicepresidente mentre Fiamma, scomparsa nel 1998, era una stilista molto apprezzata del marchio.
Il Museo Salvatore Ferragamo si è fatto dunque fucina di arte e creatività contemporanea in collaborazione con la neonata Fondazione Ferragamo, istituita proprio per diffondere la storia di Ferragamo.
La leggenda del calzolaio prodigioso è ancora oggi esempio per i giovani.
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