Parigi fashion week: Givenchy, Balenciaga, Schiaparelli e Iris Van Herpen

Elsa Schiaparelli

Givenchy, Balenciaga, Schiaparelli e Iris Van Herpen.

Parigi fashion week 2021: era tempo che non si assisteva a una sperimentazione così azzardata nel campo della moda dove è possibile mettere in scena tutto e il contrario di tutto (esattamente come accade nell’arte contemporanea).

Così, collezioni uomo e donna si fondono, pre-collezioni e haute couture si sovrappongono, primavera/estate e autunno/inverno non hanno più confini.

Così accade che Givenchy disegnata Matthew M. Williamson presenti la sua pre-collezione a/i 2022 con un défilé online ambientato sulle pensiline di una stazione che vagheggia un viaggio tra Parigi e New York. Un insieme di pezzi techno-couture (questo è prêt-à-porter, ma appunto i confini non esistono più) chiamando a collaborare l’amico artista Chito, già apparso in precedenza nel fashion grazie a una collaborazione con Supreme.

Altre due personalità all’opposto ma certamente talentuose si sono distinte a Parigi: Iris Van Herpen e Daniel Roseberry, che ha debuttato da Schiaparelli il 2 luglio dello scorso anno.

Roseberry ha prodotto una collezione “surreale” – come il Dna di questo marchio impone – concentrandosi su ricami, bijoux giganteschi e forme scolpite: in qualche modo violenta, ma di certo non stanca e prevedibile come si è visto altrove.

Iris Van Herpen ancora una volta si è distinta mettendo in campo abiti che non hanno confronti. Lo ha fatto collaborando – e non solo per la presentazione – con Domitille Kiger, francese, campionessa mondiale di paracadutismo, prima atleta a indossare un capo couture durante una performance aerea. Nello specifico non si è trattato di uno show fine a se stesso: Van Herpen ha stretto da sempre un’alleanza con la scienza e lavora regolarmente con persone al di fuori dell’industria della moda. La creazione dell’abito di Kiger ha richiesto di sperimentare utilizzando gallerie del vento per il paracadutismo indoor. La sfida è stata quella di unire la delicatezza della lavorazione artigianale con l’estrema tenuta necessaria per uno sport del genere. Il risultato finale è un abito insieme delicato e resistente. A questo sono stati affiancati altri diciotto outfit tutti terreni: straordinariamente femminili nel senso che questo vocabolo acquista a fronte delle creazioni di questa immaginifica designer belga.

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