Il tema della moda sostenibile sta diventando sempre più centrale nell’ambito del consumo e della produzione fashion. Abiti che vengono realizzati riducendo lo spreco d’acqua o le emissioni di CO2, filiere di cotone controllate e allevamenti che rispettano il benessere degli animali… In breve, la consapevolezza nell’acquisto di un capo ha oggi lo stesso valore del design (e del prezzo) che ci spinge a comprarlo.
Al tempo stesso, parlare di una sostenibilità a tutto tondo è ancora difficile, perché si tralascia un passaggio importante, fondamentale per la salute dell’ambiente: il riciclo. Con il fast fashion che ci propone nuove collezioni a una rapidità sorprendente (e a un costo accettabile), la tentazione di ampliare costantemente il guardaroba è tanta, e resistere è quasi impossibile. Nulla a che vedere con la moda delle nostre nonne, il cui armadio conteneva pochi ma tattici pezzi da tagliare, ricamare, riadattare, pezzi che forse abbiamo ricevuto in eredità e che indossiamo tutt’ora, senza che perdano la loro bellezza e soprattutto la loro qualità.
Le soluzioni creative per reinventare gli abiti non mancano nemmeno alle nuove generazioni: swap party che ricordano i flea market californiani dove il rifiuto di una donna si rivela il tesoro di un’altra, il noleggio, soprattutto per quegli abiti da cerimonia che si indossa una sola volta nella vita, o il thrift shopping in mercatini dell’usato, negozi green e dall’approccio sostenibile che limitano in tutto e per tutto le matasse di vestiti dismessi buttati nella spazzatura.
Resta però un’altra questione da analizzare nel dettaglio, ovvero come spostare su scala macroscopica l’ideale di una moda sostenibile e comprendere quali siano le iniziative dei vari brand. Nel corso degli ultimi anni abbiamo visto grandi nomi del fashion system rinunciare alla pelliccia, alle pelli esotiche, modernizzare l’attrezzatura di produzione per limitare i consumi energetici… nel concreto però, ciò non tocca direttamente il consumatore che, di fatto, si ritroverà semplicemente a indossare pelliccia sintetica al posto di un cappotto di montone.
La vera mossa vincente è un’altra: creare un capo dalla qualità unica che sappia resistere all’usura del tempo. È l’idea di Falconeri, leader mondiale nella produzione di capi in cashmere e parte del CCMI (Cashmere and Camel Hair Manufacturers Institute), organizzazione industriale che segue il processo produttivo e di distribuzione dei filati animali al fine di garantire una qualità superiore del prodotto. Infatti, la proposta di Falconeri non si limita al costante rinnovo del design di collezione in collezione, ma punta sull’eccellenza: un cardigan Falconeri potrà essere indossato dalle nostre nipoti.
Il principio che guida la missione del brand è quello di una moda intramontabile, in cui si possa ancora apprezzare il pregio dei materiali e della manifattura, una moda che non è stagionale ma è perpetua perché non si aggrappa allo stile ma un’ideale unico di qualità.
Nel caso in cui ciò non si riveli sufficiente a dissuaderci dal liberarci di un vecchio maglione in cashmere, Falconeri si dimostra maestro di creatività con l’iniziativa «ReGeneration Cashmere», una campagna di riciclo che avrà luogo dal 1 settembre al 31 ottobre 2019 in tutti gli store Falconeri in Italia e all’estero, dove verranno raccolti abiti dismessi in cashmere e misto cashmere per dargli una nuova vita. I clienti iscritti al programma fedeltà Falconeri Club diventeranno parte integrante della filiera produttiva fornendo la materia prima per realizzare una coperta Limited Edition. Simbolo di accoglienza, inclusione, e di calore per antonomasia, la coperta, prodotta col supporto della manifattura Millefili SpA, diventa quindi l’emblema di una moda capace di rinnovarsi e reinventarsi, di una produttività che rende più consapevole il consumatore e lo spinge a prendersi la responsabilità dei suoi abiti, e soprattutto, di un’industria che ha a cuore l’ambiente.
+Vivere la moda in modo green è quindi possibile, basta lasciarsi guidare da una volontà di rispettare e aiutare il nostro pianeta a rigenerarsi, facendo attenzione a cosa si acquista. Ciò non toglie che, un giorno, anche il capo di maggior pregio e qualità venga a noia e si voglia sbarazzarsene: in tal caso, le soluzioni non mancano, e la moda ha trovato il modo, tra usato, swap, e taglio e cucito, di rendere il riciclo un divertimento.
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