elsa schiaparelli

Elsa Schiaparelli, orgoglio dell’alta moda italiana

Per Elsa Schiaparelli quello dello stilista non era una professione, ma un’espressione artistica come altre.

Per lei il mondo della moda e il mondo dell’arte si intersecavano inevitabilmente.

“ …..Disegnare  abiti non e’ una professione, ma un’arte. Un vestito è una delle arti più difficili e deludenti, perché il vestito è nato e già appartiene al passato. Un vestito non rimane attaccato al muro come un quadro e nemmeno conduce la lunga esistenza intatta e preservata di un libro…”

scriveva nelle sue memorie Elsa Schiaparelli.

Elsa Schiaparelli, sicuramente una delle stiliste più stravaganti e irriverenti che la moda ricordi.

Italiana doc, si trasferisce a Parigi dove diventerà “l’italienne” più famosa della moda conquistando tutti.

Sarà fonte d’ispirazione per grandi stilisti di tutto il mondo da Saint Laurent a Giorgio Armani e Alexander McQueen.

Lanciò la sua prima collezione nel 1929 dalla sua boutique in rue de la Paix, a Parigi.

Si creò reputazione grazie all’uso dell’effetto trompe-l’oeil, letteralmente “ingannare l’occhio” sugli abiti a maglia, che comprendevano varie immagini come fiocchi finti, sciarpe, cravatte e cinture, scheletri bianchi su sfondo nero.

La sua prima creazione fu un maglione, si trattava di un pullover nero con un grande fiocco bianco a contrasto dall’effetto trompe-l’oeil. In seguito realizzò altri modelli, i cui temi furono, tatuaggi marinareschi, cuori trafitti e i cosiddetti “pullover a raggi X” che ridisegnavano il percorso delle ossa.

Collaborò con Salvador Dalì, il più famoso dadaista.

Disegnò un abito da sera adornato sulla gonna con la stampa di un’aragosta dipinta da Dalì, e un completo con tasche sulla gonna che simulavano una cassettiera.

Ideò anche borse dalla forma di oggetti comuni come il pianoforte o il telefono.

Nel 1935 aprì Pour Le Sport, una delle prime boutique sartoriali a vendere maglieria pret a porter e abbigliamento sportivo.

Dalì disegnò il cappello-scarpa che la Schiaparelli inserì nella sua collezione. L’incursione di Elsa Schiaparelli nel design contemporaneo fu un successo immediato.

Subisce il fascino del cubismo e poi del surrealismo, arrivando ad affermare che l’arte l’aveva liberata “dalla noiosa realtà della realizzazione di un abito da mettere in vendita”.

Nella sua biografia A shocking Life scrisse che, quando in occasione di un pranzo al Ritz di Parigi, indossò per la prima volta il suo caratteristico maglione a fiocco trompe l’oeil:” fece furore…..”

Creò tailleur neri con tasche a cassetto, borse a forma di telefono in velluto nero con dischi ricamati in oro, abito con farfalle, temi ispirati all’astrologia, giocolieri, elefanti, coni gelato, turbanti, copricapo di piume. Insomma, un tripudio di eccessi e stravaganze.

Oltre alle innumerevoli creazioni per abiti e accessori controcorrente, si deve anche l’invenzione, del rosa shocking, una delle tendenze must dell’autunno inverno 2022/2023.

Il colore è definito “luminoso, impossibile, sfacciato, vivificante”.

A differenza di Coco Chanel, Elsa Schiaparelli amava il colore, per lei un’esigenza assoluta. I colori più amati erano il verde lattuga, blu pervinca, l’arancio e il rosa shocking.

Nel suo atelier hanno mosso i primi passi futuri talenti come Pierre Cardin e Hubert De Givenchy.

Lasciò ai posteri un messaggio:

la moda può vestirsi di sogni.