Tuta, il capo del 2021, sognando i primi viaggi dal sapore anni '70

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E’ l’abito must have della primavera estate 2021: la tuta jumpsuit, uno dei capi più versatili del guardaroba.

Un po' vintage (è molto anni Settanta) ma anche dal rivolto sexy (vedi Gigi Hadid), stampate o monocolore, manica corta o lunga, stile tuta da lavoro o in versione più glamour, cotone, denim o seta. Adatta a tutte le occasioni è un capo che non può mancare nel tuo armadio.

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«Un abito universale…che dà completo agio di movimento».

Così la definisce nel 1920 il suo creatore, l’artista italiano Thayaht e la storia inizia dalle tute dei paracadutisti: jumpsuit significa, letteralmente, «tuta per saltare»

Le origini

Il primo modello di tuta intera risale al 1919 come divisa per i paracadutisti, design poi ripreso nella realtà industriale delle fabbriche di munizioni, indossato dalle operaie. Il merito della sua trasformazione in capo d’alta moda si deve ad Elsa Schiaparelli che negli anni 30 iniziò a realizzarne versioni couture per la sua selezionata clientela internazionale. Genio e intuizione che avrebbero cambiato il concetto di eleganza.

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Spalle e ombelico

Gli anni Ottanta e Novanta vengono ricordati come quelli dell’edonismo. La cura del corpo facevano fiorire le palestre e la moda era creata per esaltare i muscoli scolpiti, con le ragazze che cominciano a scoprire gli addominali, il nuovo punto di seduzione paritario. Oggi, Isabel Marant ripropone la tuta ginnica in versione party chic, con il corpetto e le spalle a soffietto e il sandalo in tono. Poi, nulla vieta di abbinarla anche a una t-shirt .

La tuta giovane

La tuta giovane in maglia di cashmere modello felpa ha pantaloncini con coulisse e motivo a righe. Per Brunello Cucinelli la tuta da viaggio e città è un must della sua idea di moda che conforta lo spirito. Super chic sotto all’impermeabile, la jumpsuit marinara è adatta a tutte le età per le passeggiate al mare .

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Max Mara, beige d’avanguardia

Chi se non Max Mara può interpretare il beige, colore della donna che cammina sempre con lo sguardo proiettato in avanti, nella versione più contemporanea, ovvero la tuta. Nei tessuti e colori più classici, la jumpsuit diventa il capo perfetto per la città ma anche per l’ufficio. A fare la differenza sono gli accessori , come il sandaletto chiuso, la serie di borsine da collo. E soprattutto, il make up.

Chiara Boni, aperta davanti

Chiara Boni è la prima a indossare le sue tute comode e pratiche anche durante le presentazioni delle sue collezioni. Quella passepartout, beige, nel suo tipico tessuto stretch «sensitive» — «che arrotoli nella valigia» — è d’ispirazione industriale. Riprende la gamba ampia dei modelli originali, così come la chiusura frontale.

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La tuta da ballerina

Anche Angela Bellomo, imprenditrice del minimalismo pratico ma elegante tipico milanese, ha ceduto al fascino della tuta. Il suo modello, rigorosamente made in Lombardia come tutta la collezione realizzata con i cartamodelli in atelier, punta sui tessuti più pregiati e confortevoli, dalle sete al cashmere. La tuta (bianca o nera) si porta con le ballerine legate alla caviglia con il filo di raso.

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