new york fashion week 2023

Cosa si è visto alla New York Fashion Week di settembre 2023

Il ritorno di Mr. Ralph Lauren e il debutto di Peter Do per Helmut Lang

La New York fashion week ha inaugurato una nuova tornata di sfilate con la presenza di circa 70 maison, poche rispetto alle 100 della scorsa stagione e alle circa 400 degli anni migliori. 

Grande attesa per Peter Do che ha presentato la prima collezione nelle vesti di direttore creativo di Helmut Lang. Lo stilista di origini vietnamite ha preso le redini creative del marchio controllato da Fast Retailing lo scorso maggio. C’erano grandi speranze su di lui, credendo che lo stilista sarebbe stato in grado di reincarnare il marchio e portarlo alla ribalta della moda. Il minimalismo di Peter Do non appare innovativo come quello di Lang. Promosse le cinture a nastro gialle e rosa legate sulle spalle, le camicie bianche senza maniche come quelle di Lang e i completi con stampe di automobili. 

Nella giornata inaugurale anche Prabal Gurung e Christian Siriano nonché la finestra Men’s Day dedicata a dieci marchi maschili. 

Importante ritorno di Ralph Lauren dopo quattro anni di assenza con una collezione iconoclasta. Lo stilista ha desiderato nuovamente viziare i suoi ospiti, ricreando quell’atmosfera di lifestyle di lusso che lo ha sempre contraddistinto, fin dagli anni dal suo esordio nel 1967. Alla canonica sfilata in calendario, il marchio ha preferito negli ultimi anni show itineranti nella Grande Mela e a Los Angeles, abbinati talvolta a concerti privati, in location come il Museo di Arte Moderna di New York o all’interno della Huntington Library, Art Museum, and Botanical Gardens in California. 

new york fashion week

Una sala da ballo di Wall Street è stata trasformata nel “Ralph’s Club” con tavoli riempiti da ospiti prestigiosi come Rachel Brosnahan, Jonathan Bailey, Ariana DeBose, Cara Delevingne, Jennifer Lopez, Charles Melton, Sofia Richie, Emma Roberts, Amanda Seyfried e Gabrielle Union, con l’intrattenimento di Janelle Monae, che ha eseguito un medley di successi dell’età del jazz.

Molti i riferimenti iconici del passato, come le camicie button-down bianche o con la variante a righe, blazer stampati, abiti gessati e maxi gonne abbinate a corsetti, fino a toccare quell’estetica bohèmien composta da cardigan intrecciati con frange indossati sopra tute, abbinate grandi cinture, con logo Western. La collezione ha puntato anche su una serie di look composti dal gioco del nero e dell’oro, fino ad abiti aderenti decorati da perline o pantaloni di seta, per poi chiudere la passarella con un chitone in lamé dorato indossato da Christy Turlington.

La collezione SS 2024 resta fedele alle sue radici, nel reinterpretare i classici con un tocco moderno per rimanere al passo con i tempi, per questo se tutto è iniziato con il denim, solo Mr. Ralph Lauren ha aperto lo show con il tessuto americano trattandolo nel modo più elevato foderandolo di chiffon, di tulle e poi ricamandolo con paillettes e perline, come se fosse un capo da couture. Le silhouette sobrie da resistere al passato del tempo sono state rinnovata con la palette colore: da look ton sur tone ai colori vivaci nelle tonalità primarie, fino alla celebrazione dello stile da sogno americano, dominato dal gold goddess.

Una collezione che attesta in modo brillante l’elevata strategia del brand, che si presenta sul mercato rimarcando il suo Heritage, l’elevazione del prodotto stesso ma anche la nuova strategia sia tecnologia che innovativa.

Un nuovo percorso che è stato intrapreso con il lancio della borsa RL 888 tenutasi poche settimane, che mette in risalto il concetto di una borsa elegante e moderna, coadiuvata da una campagna e da un film intitolato “Outside of Time”, diretto da Diana Kunst e girato Robert Elswit.

Oltre a Ralph Lauren sono tornati anche anche Jonathan Cohen3.1 Phillip Lim e Sally LaPointe mentre Bach Mai ha debuttato sulla passerella con il marchio omonimo. Stuart Vevers, che quest’anno festeggia i dieci anni come direttore creativo di  Coach ha presentato la sua collezione anticipando tutti e sfilando off-schedule. I capi chiave della collezione erano abiti combinati in pelle di diverse lunghezze e tonalità. Gli esperimenti con la pelle, come di consueto per Coach, non sono finiti qui. Wevers ha mostrato giacche, giubbotti, mackintoshes, gonne e persino slip e reggiseni realizzati in questo materiale. Oltre alla sfilata in sé, sulla passerella c’è stata una performance di protesta da parte di attivisti per i diritti degli animali che hanno condannato il marchio per il suo duro trattamento delle mucche e per la sua riluttanza a passare all’ecopelle.

Tra i big brand Carolina Herrera, Michael KorsTory BurchProenza Schouler e Gabriela Hearst. Per la prima volta in calendario anche le label Advisry, Chan Chit Lo,Forme, Grace Ling e Sho Konishi.

Le calzature di Paul Andrew sono tornate a solcare la Nyfw, dopo cinque anni di assenza dalla kermesse, in una presentazione al Rockefeller Center, nei pressi della nota pista di pattinaggio. Il rilancio della label omonima ha seguito l’addio di Andrew alla direzione creativa di Ferragamo, ad aprile 2021, dopo una collaborazione iniziata nel 2016 nel ruolo di direttore della calzatura donna. Nel 2019 Andrew era stato successivamente promosso a responsabile di tutte le categorie del luxury brand, ed aveva parallelamente messo in pausa la sua griffe. In concomitanza con la presentazione, Andrew ha pubblicato la campagna per la collezione autunnale con protagonista Veronika Kunz, prima modella ad apparire con il proprio volto in una campagna adv del marchio.

A chiudere la kermesse il 13 settembre è stato Luar, marchio di Raul Lopez vincitore lo scorso anno del Cfda Fashion Awards nella categoria accessori. 

Annotazione sulla New York Fashion Week

I colossi aziendali come LVMH o Kering stanno ormai trasformando sempre più le loro case di moda in aziende di intrattenimento. Per loro è importante mettere in piedi un mega show per essere sempre davanti al pubblico e vendere rossetti e borsette anche a chi non è particolarmente interessato alla moda firmata e non può permettersela.

I piccoli (e anche i medi) marchi non possono competere con loro in termini di budget e portata e scelgono sempre più spesso altre soluzioni creative (video, collaborazioni, presentazioni da camera ma cool) per distinguersi nel costante rumore informativo.