Diana Vreeland

Diana Vreeland la prima fashion editor

«Il bikini? La creazione più importante dopo la bomba atomica»

Diana Vreeland

Diana Vreeland una donna diventata icona inventandosi una professione: la fashion editor.

La moda è un’industria in continua evoluzione, dove ogni anno emergono nuovi trend e stili. Ma dietro ogni rivista di moda c’è un team di esperti che lavora per creare immagini e storie che ispirino il pubblico. Uno dei membri più importanti di questo team è il fashion editor, colui che seleziona gli abiti, gli accessori e le location per le foto. E tra i primi fashion editor c’è stata proprio Diana Vreeland, una donna che ha rivoluzionato il mondo della moda e ha creato il ruolo di fashion stylist.

Diana Vreeland, la storia della moda

Nata benissimo a Parigi nel 1903 da una famiglia aristocratica, discendente da George Washington e imparentata coi Rothschild, Diana Dalziel, questo il suo nome da nubile, si trasferisce a New York stabilmente alla fine degli Anni 30 dove inizia la sua seconda vita (la prima, londinese, aveva a che fare con un boutique che contava Wallis Simpson tra le clienti).

Ha iniziato la sua carriera come modella, ma presto si è resa conto che il suo vero talento era nell’organizzazione di eventi e nella creazione di immagini. Nel 1936, a 33 anni, è stata notata per il suo stile nel vestire dal fashion editor di Harper’s Bazaar e le è stata proosta una rubrica all’interno della rivista. Questo è stato l’inizio della sua carriera come fashion editor dove tiene la rubrica Why Don’t You? dispensando consigli ironici, apparentemente assurdi, alle donne medie americane (lavarsi i capelli con lo champagne oppure dormire in un letto cinese). Poi verrà Vogue America. Diana Vreeland ha lavorato per Vogue fino al 1971, quando è stata licenziata a causa di divergenze creative con la nuova direzione della rivista.

Nel 1972, è stata assunta come consulente di moda per il Metropolitan Museum of Art di New York, dove ha creato mostre di moda innovative e ha portato l’arte della moda in un ambiente accademico. Diana Vreeland è morta nel 1989, ma il suo impatto sulla moda è ancora evidente oggi.

Quando morì, il New York Times ne dette l’annuncio in prima pagina definendola “un mito”. Nel 1994, il Met ricorda Diana Vreeland con una grande retrospettiva.

Una vita vissuta nell jet-set dell’epoca, dalla Parigi Belle Époque alla New York degli Anni Venti, dalla swinging London all’America dei Kennedy fino agli ultimi anni pazzi dello Studio 54 e della Factory di Andy Warhol.

Diana Vreeland: la creazione del ruolo di fashion stylist

Una delle maggiori innovazioni di Diana Vreeland è stata la creazione del ruolo di fashion stylist. Prima di Diana Vreeland, il ruolo di fashion editor era limitato alla selezione degli abiti e degli accessori per le foto. Ma Diana Vreeland ha portato un nuovo approccio alla moda, creando immagini che raccontavano storie e ispiravano il pubblico. Ha selezionato le location per le foto, ha scelto i modelli giusti per i vestiti e ha creato un’atmosfera che trasmetteva un’emozione. Ha anche introdotto nuovi elementi nella moda, come l’uso di tessuti esotici e di colori vivaci. Ha creato immagini che erano audaci e provocatorie, ma sempre eleganti e sofisticate. Diana Vreeland ha portato la moda a un nuovo livello di creatività e innovazione.

Le leggende su Diana Vreeland

Tra le tante leggende su di lei, si dice sia stata l’inventrice delle flip-flop: fatte produrre dal suo calzolaio dopo aver visto i sandali di uno schiavo romano in un affresco pompeiano.

Sosteneva che «Il burro di arachidi è la più grande invenzione dai tempi del cristianesimo», e la sua dieta per il lunch era ogni giorno la stessa: un panino integrale con burro di arachidi e marmellata, seguito da un bicchiere di scotch o vodka.

Non arrivava mai in ufficio prima di mezzogiorno, ma già alle 8 di mattina era in contatto dalla vasca da bagno con l’intera redazione.

Era fissata con il colore rosso. Quando andò a dirigere Vogue, nel 1962, per prima cosa, fece dipingere di rosso, il colore da lei preferito, le pareti dell’ufficio. E aveva chiesto anche all’interior designer Billy Baldwin di creare un soggiorno scarlatto nella casa di Park Avenue che divideva col marito, il banchiere Thomas Reed Vreeland. Rossi erano anche gli stivali di lucertola che amava indossare:

«Il rosso è il grande chiarificatore: brillante, purificatore e rivelatore. Non potrei mai stancarmi del rosso, sarebbe come stancarsi della persona che ami.Per una vita ho inseguito il rosso perfetto».

Diana Vreeland

Diana Vreeland è stata una donna visionaria che ha creato il ruolo di fashion stylist e ha rivoluzionato il mondo della moda. Ha creato immagini che erano audaci e provocatorie, ma sempre eleganti e sofisticate. Grazie a lei il ruolo di fashion editor è diventato uno dei più importanti nell’industria della moda, e la moda stessa è diventata un’arte.