guanti storia

I guanti, storia di un accessorio senza tempo

I guanti sono un accessorio che ha una lunga storia derivata dalle sue funzioni, ossia proteggere le mani dal freddo e dallo sporco; per questo sono comparsi da subito nella storia del costume.

La prima forma di guanto era in pelle ed era utilizzata dagli uomini primitivi per proteggere le mani dal freddo. Già gli antichi egizi usavano i guanti, così come si è potuto scoprire dai reperti archeologici trovati nelle tombe: per gli uomini erano un segno di prestigio, mentre le donne li usavano per proteggere la pelle delle mani, dopo essersi cosparse di unguenti profumati ed emollienti. Inizialmente la loro forma era diversa da quella che conosciamo oggi. Infatti si trattava di semplici sacchetti, simili alle nostre tasche, che si legavano ai polsi. Solo successivamente si aggiunse lo spazio per il pollice, così da consentire la presa. La comparsa delle altre 4 dita è successiva, e questa innovazione segna il momento in cui il guanto acquista anche un valore di bellezza e diventa ornamento.

I vichinghi, a loro volta, fecero largo uso di questo complemento per ripararsi dalle gelide temperature del Nord Europa. D’altro canto, queste popolazioni conoscevano la lavorazione all’uncinetto e per tal conoscenza, le donne confezionavano i guanti ai propri mariti. Gli antichi romani possedevano addirittura due termini distinti per i guanti, infatti i “digitalia” coprivano anche le dita della mano, mentre i “manicae” coprivano interamente l’arto. Buffo sembra il fatto che proprio i barbari diffusero in Europa questo capo d’abbigliamento, che cominciò ad avere ampia diffusione dal VI secolo. Altra popolazione che usò i guanti fu quella dei Longobardi, che addirittura li usavano durante il rito nuziale in cui lo sposo donava alla sposa un suo guanto da guerriero e la spada.

Già nel Medioevo i guanti avevano una determinata importanza nelle regole sociali ed erano legati ad un determinato gruppo di persone, i nobili e le fasce del clero: ognuno aveva la sua tipologia e caratteristiche. E’ proprio questo il periodo storico a cui ci si riferisce quando si usano espressioni come “lanciare il guanto di sfida” oppure “trattare con i guanti”. Se i membri delle classi meno abbienti continuarono ad usare i guanti in tessuti grezzi e poco rifiniti, sempre di più i nobili sceglievano per sé tessuti pregiati , ricami e modelli che si adeguassero allo stile di vita, creando le prime mode: dal XVI secolo si diffusero i guanti realizzati a maglia.

Dal 973 d.C. con il re Edgardo d’Inghilterra l’incoronazione di un monarca inglese prevedeva un rituale in cui un ufficiale di corte doveva sfilare il guanto destro del sovrano per infilare l’anello dell’incoronazione all’anulare del re o della regina. Quando la Regina Elisabetta I salì al trono nel 1559 i suoi guanti erano in pelle scamosciata bianca con frange d’argento. I guanti in candida pelle indossati da Elisabetta II durante la sua incoronazione, avvenuta il 2 giugno 1953, non avevano un aspetto molto diverso, semplicemente erano realizzati con più maestria e ricamati in filo d’oro con le iniziali “ER II”.

In Europa, all’epoca di Elisabetta I, le donne e gli uomini delle classi abbienti raramente si mostravano in pubblico senza guanti, un modo per indicare il loro status e per adattarsi alla moda mentre i sacerdoti indossavano i guanti per indicare la castità.

E’ in Francia alla corte di Luigi XIV che fecero la comparsa i guanti alla ‘moschettiera’, che erano caratterizzati da un’ampia larghezza dell’apertura, una sorta di guanti a zampa d’elefante.

Successivamente, durante l’Impero, per le donne si usarono guanti lunghissimi, fin sopra il gomito e coloratissimi. Tipici dell’ottocento sono anche i così detti guanti “mitaines” (manicotti), ossia guanti generalmente traforati, in seta o cotone, che arrivavano anch’essi a metà braccio, ma lasciavano scoperte tutte le dita tranne il pollice.

Gli artigiani, uomini che operavano nelle fabbriche e donne, che solitamente cucivano a casa, divennero abili a realizzare dita più calzanti e a tagliare la pelle di sbieco, così i guanti potevano allungarsi pur mantenendo la loro forma. La maggior parte seguiva un modello in quattro parti, apparentemente semplice, documentato per la prima volta nell’edizione francese del 1764 dell’Enciclopedia di Diderot e d’Alembert.

Con l’avvento della nuova sartoria dell’800 e del processo industriale, e con l’invenzione della macchina per cucire Singer nel 1851, i guanti divennero di uso comune, anche se esistevano modelli economici e modelli raffinati e di lusso. Siccome una buona parte del popolo li indossava, intere comunità nacquero intorno al commercio dei guanti, in primo luogo in Italia e in Spagna, e in seguito anche in Inghilterra e nelle Americhe. Negli Stati Uniti la cittadina di Gloversville, vicino New York, ha prodotto circa il 90% dei guanti a livello mondiale fino alla metà del XX secolo.

Con il tempo il guanto ha smesso di essere simbolo della classe di appartenenza, ma ha comunque mantenuto la sua raffinatezza e fascino fino agli anni trenta e quaranta quando gli uomini di tutto il mondo sognavano lo spogliarello di Gilda in cui Rita Hayworth si sfilava solo un lunghissimo guanto.

Ancora oggi “i guanti” sono accessorio di tendenza simbolo di eleganza e vanità.

Questo affascinante accessorio sta tornando di moda, a renderli virali recentemente è stata Chiara Ferragni, che li ha indossati in accostamento a un micro top coordinato di Marc Jacobs e con i quali ha mangiato un hamburger, senza toglierli, a di New York. L’ultima ad averli proposti è  l’attrice Lily James, con un  total look Hervé Leger con guanti in abbinamento  con l’outfit verde menta Gen Z.

Questo splendido must lo possiamo ritrovare nelle sfilate dei maggiori brand, da Gucci a Balenciaga, da Marc Jacobs a Maison Margiela.