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Chantecler: la favola del gallo caprese, un inno alla bellezza

E’ una storia affascinante quella del gallo, che sa di Mediterraneo e cedro candito. Una grazia sincera, come la brezza a inizio estate dell’isola di Capri. Chantecler è la storia di una grande amicizia tra Pietro Capuano e Salvatore Aprea, due uomini molto diversi tra loro, entrambi molto speciali.

Chantecler

Capuano, uomo di talento artistico , abitava dal 1935 nella Maisonette Chantecler di Sopramonte. Così chiamata per un regalo ricevuto durante l’inaugurazione: un gallo in ceramica ispirato alla favola di Edmond Rostand.

Chantecler è il protagonista, gallo presuntuoso e amato da tutti, che pretende di essere lui, con il suo canto, ad ordinare al sole di alzarsi al mattino.

Pietro Capuano, animatore della Piazzetta tanto da meritarsi il nomignolo di “Chantecler”.

Salvatore Aprea era un giovane caprese, testardo e ribelle. Nonostante gli studi in giurisprudenza decise di dedicare la sua vita all’arte e soprattutto all’Alta Gioielleria.

Una mente creativa che ha saputo sfruttare la sua immaginazione visionaria per realizzare capolavori di mirabile manifattura.

Nel 1947 Salvatore Aprea e Pietro Capuano aprono il loro laboratorio orafo, per proporre gioielli “nuovi” alle signore stanche di fili di perle e del design classico.

E’ una storia di altri tempi, di eccellenza orafa, di Dolce Vita, di un sodalizio che ha attraversato i decenni mantenendo intatto il fascino di quegli anni incantati.

Una favola genuina come le loro creazioni, che dal 1947 decantano l’esprit di Capri con una maestria impeccabile.

La campanella affascinò le grandi dive di ieri e di oggi: Grace Kelly, Linda Darnell, Ingrid Bergman e Jacqueline Kennedy, che lasciò un messaggio in boutique: “Thank you for your artistic taste, my fabulous Chantecler”.

Chantecler - Salvatore ApreaNel 1945, Capuano e Aprea fecero realizzare, da parte di tutti i capresi, per Franklin Delano Roosevelt, Presidente degli Stati Uniti, e agli aviatori americani che giunsero sull’isola per liberare l’Italia quella “campanella fortunata”.

Questo simbolo diventò la loro fortuna , per festeggiare la fine della Seconda guerra mondiale, può dirsi l’incipit della felice storia del brand.

Il prodotto più famoso di Chantecler è diventato un simbolo della gioielleria italiana: la “campanella della fortuna”.

La campanella Chantecler è un gioiello che porta con sé un messaggio di gioia e fortuna.

Sull’isola di Capri, infatti, la campanella è da sempre segno di buona sorte. Come narra la leggenda di San Michele che con un tintinnio guidò un pastorello verso la pecora smarrita.

Aprea come ricorda sua figlia Costanza diceva sempre anche una semplice campanella è un’opera di ingegneria orafa, un unicum di 8 sapienti mani.

Per vendere bisogna riconoscere chI hai davanti, e dargli ciò di cui ha bisogno. Accogliere è fare spazio dentro di te: devi fare in modo che con un gioiello ogni cliente si porti a casa un bellissimo ricordo della nostra isola”.

Chantecler

Il made in Italy fa la differenza. Mentre il mondo recupera il vecchio, Chantecler crea, perché un gioiello deve attrarre anche dopo nel tempo.

I figli di Salvatore Aprea: Maria Elena, Costanza e Gabriele  hanno saputo raccogliere l’immensa eredità ricevuta dal padre. Coltivarla con passione, intelligenza, lungimiranza.

Chantecler è un marchio italiano conosciuto nel mondo che si distingue per la sua unicità, per la sua contemporaneità e per l’impeccabile qualità delle sue creazioni.

by Virgy

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